Questa e’ la pagina di presentazione di OrsoMiele. La storia inizia cosi’ …
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai in uno sciame oscuro, ché la diritta via s’era smarrito.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura, esto sciame selvaggio e aspro e forte, che nel pensier rinova la paura!
Tant’è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai, dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.
Non credo che Dante se la prenderebbe a male per aver descritto il mio primo vero incontro con le api modificando i primi versi della sua Commedia. Anch’egli le teneva in altissima considerazione, utilizzandole per descrivere il lavoro degli angeli [« sì come schiera d’api che s’infiora / una fiata e una si ritorna / là dove il suo laboro s’insapora » (Dante Alighieri, Divina Commedia, Paradiso, XXXI, 7-9) ]
A differenza del Sommo Poeta, io non stavo certo andando verso l’Inferno, anche se, tra preconcetti e timori ancestrali, pensavo di essere giunto, per caso, proprio nella sua anticamera.
Stavo passeggiando nel mio quartiere alla ricerca di qualche fiore o soggetto naturale da fotografare, cosa che faccio spesso, dall’inizio della primavera fino ad inverno inoltrato, nei ritagli di tempo.
Ad un tratto, mentre cercavo di mettere a fuoco un soggetto in pieno sole, ho visto delle ombre nel mirino, come se ci fosse una nuvola di passaggio. Mi e’ bastato alzare gli occhi in alto per accorgermi di essere proprio sotto ad uno sciame di “oggetti volanti non identificati”, che ho poi scoperto essere uno sciame d’api.
Dopo qualche attimo di smarrimento, di paura, anche di terrore, ho ripreso a respirare ed ho iniziato a guardarne il movimento, ad ascoltarne il ronzio frenetico, pronto a “rischiare la vita” pur di scattare qualche foto insolita. Stranamente (per me) non sono stato punto, ne’ aggredito dalle api, che si stavano solo cercando un posto dove rifugiarsi per la notte, o stabilirsi per tutta la stagione.
Da quel giorno, il 18 maggio 2014, ho iniziato a documentarmi sulle api e sulla loro vita, sul miele e gli altri prodotti dell’alveare, ampliando progressivamente le mie conoscenze teoriche con l’esperienza sul campo, prima con il recupero degli sciami dispersi e poi con l’apicoltura stanziale vera e propria.
Devo ammettere che era gia’ da qualche anno che sceglievo le rose da coltivare nel mio giardino solo sulla base del loro profumo e della loro capacita’ di attirare api e bombi, i miei soggetti piu’ fotografati in assoluto. Come per le poche piante da frutto che coltivo (per consumarne i frutti), anche per le rose ho evitato di fare trattamenti antiparassitari di qualsiasi tipo e sono stato sicuramente premiato dai risultati botanici e fotografici ottenuti.
Alla fine dell’autunno mi sono reso conto di aver appreso molto sull’argomento api e miele, forse troppo per riuscire ad organizzare le tante informazioni a memoria ed ho deciso di iniziare a scrivere, in modo da poter rispondere, in maniera piu’ organica, a tutte le domande che mi fanno amici, conoscenti e sconosciuti di passaggio.
Devo ammettere, a malincuore, che sulle api e sul miele c’e’ molta ignoranza, dovuta a preconcetti (le api attaccano, cosi’ come le vespe)
e false certezze (il miele d’acacia e’ fatto con l’acacia, il miele di millefiori e’ piu’ scadente perche’ e’ un miscuglio di diversi tipi di miele).
Come lavoro, da oltre 15 anni, faccio il sistemista, cioe’ sono quello che, per fare un esempio concreto, ha installato e configurato il computer server che ospita questo ed altri siti per conto della societa’ con cui collaboro dal 2008. Il mio e’ un lavoro “oscuro”, nel senso che non e’ visibile dall’esterno, come potrebbe essere quello del grafico che ha disegnato questo sito. E’ anche un lavoro solitario, fatto di costanti controlli sul corretto funzionamento delle apparecchiature e dei programmi applicativi che ci “girano” sopra, compresi i siti internet e le applicazioni web. Diciamo che, per il tipo di lavoro che faccio, ho pochissimi contatti sociali e questi, nella stragrande maggioranza dei casi, sono contatti con cui discuto di aspetti tecnici e nient’altro. Vorrei dare la colpa ad una sorta di deformazione professionale, ma in realta’ sono caratterialmente molto schivo ed in generale poco incline ai rapporti sociali.
Non e’ affatto raro che amici e conoscenti mi descrivano come un orso, anzi. Sara’ per le mie poche parole, i miei modi un po’ bruschi o per la mia nota avversione agli incontri di gruppo (se fini a se stessi) ed alle usanze ed abitudini sociali ma, soprattutto ultimamente, mi sono sentito salutare con un “ciao orso” fin troppo spesso.
Non amo molto le cose dolci, non potrei certo essere definito un goloso ed il miele non mi era mai piaciuto. Dopo essere entrato nel mondo delle api ed aver conosciuto come viene prodotto e visto con quale cura ed ordine viene immagazzinato, mi sono ritrovato ad essere goloso di miele, ad utilizzarlo al posto dello zucchero nel caffe’ e nei dolci che preparo per familiari ed amici, a chiederlo al bar al posto dei comuni dolcificanti ed anche a consumarlo cosi’, quando capita, usando un cucchiaino o direttamente con le dita, proprio come farebbe un orso.
Quando si e’ trattato di scegliere un nome facile da ricordare per questo sito, mi e’ bastato unire le due parole piu’ usate dai miei amici quando parlano di me, cioe’ orso e miele, cosi’ si ricorderanno facilmente come trovare cio’ che scrivo in rete, senza nemmeno doversi annotare l’indirizzo.
Last Updated on 2 Aprile 2015 by OrsoMiele